giovedì 7 giugno 2007

Golgi- Nuovo - 1- Il Mitte


Finalmente il giorno è arrivato. Il mio problema il giorno delle partite importanti è quello di far passare il tempo. Vorrei svegliarmi e andare a giocare, ma ci sono sempre tante cose da fare. E allora, come ognuna di queste mattine speciali chiamo il mio papà, sentirlo mi fa sentire tranquillo. A metà giornata spiego a Salvo com'è stata preparata la finale. Ci scambiamo impressioni, sono sempre più convinto che tutto sia a posto, compresi i segni che appaiono. La mia ultima richiesta alla sorte è un clima fresco e non piovoso, ma arriva un acquazzone. Mi chiudo in camera, solito rituale prepartita, un po' di musica, dopo aver invitato una troppo tesa Silvia a fare altrettanto. Sono convinto che uno dei motivi delle passate sconfitte è stata la troppa tensione. Dopo un'ora esco dal bunker-camera con l'ennesima richiesta, no pioggia, please, e cerco un segno nella prima cosa che vedrò. Vedo le mie due punte, Kaka e Inzaghi, che trafficano con le sigarette che non hanno potuto fumare tutto il giorno. Scoprirò in seguito che era il segno positivo che cercavo. Ok, giù, questa volta non voglio essere il primo per dimostrare che non c'è fretta. Per lo stesso motivo ho già deciso: riscaldamento al campo del Golgi, a casa nostra. Si va all'ultimo minuto, le ragazze sembrano non capire ma in quei minuti si rilassano e scherzano (anche troppo devo richiamarle più volte). Si parte per il C.U.S., ancora mi devo prodigare per tenere tutte unite, ma meno delle altre volte, buon segno. Arriviamo come volevo io, come una macchia verde pronta a spazzare via tutto. Anch'io in verde con la maglia che mi ha regalato Enzo, speriamo porti fortuna come quella che io ho regalato a lui per la finale maschile. Stretching, due parole, solo per distenderle e ricordare tutto ciò che bisogna fare. Sta partita non inizia, la finale per il terzo va ai rigori, ci avevo pensato, un altro motivo per andare la all'ultimo momento. Il nuovo non cambia abitudini, invece, per loro è la solita partita, la solita finale... Meglio così. Qualche tiro, qualche passaggio e poi le ultime parole, ci guardiamo negli occhi in cerchio, per me è un momento importante, è dove capisco se tutto è ok. Lo è.

Si comincia, la foto, le ragazze abbracciate come gli azzurri ai mondiali. Scelgo la parte opposta al tifo, Sunil e Paolone si occupano di assistermi, uno tenendo libero il bordocampo per me, l'altro custodisce la borsa e si occupa di dissetarmi. Nemmeno un minuto e che occasione, per poco Erika non segna. Continuiamo ad attaccare, e il Nuovo si scuote. Si buttano avanti con rabbia e prendono due pali in tre minuti, qualcuno ci mette una pezza sempre, Giulia, Fabiola, Isa o Aunice, mi viene in mente la finale maschile, i salvataggi sulla linea, va bene, ora però mettiamo noi un po' di paura a loro. Lo facciamo nel migliore dei modi, una grande girata di Silvia, di sinistro. Un goal all'inizio vuol dire poco, alle ragazze ho detto ci saranno tante occasioni, faremo goals e ne prenderemo. Impotrante sarà la conta finale. Però è un messaggio al nuovo, noi non siamo in vacanza, siamo venuti a prenderci il trofeo. Ci proviamo, almeno. Loro reagiscono ancora con rabbia, ma siamo ordinati, anche se Giulia deve fare due grandi arate sugli unici tiri da fuori concessi. Ma va bene, il portiere è lì per quello. Intervallo, tutte hanno da parlare, Chiara su tutte. Io impongo silenzio e relax, per due minuti. Si beve e non si parla. Non c'è molto da dire o da cambiare. Cerco di rassicurare e chiedo uno sforzo ancora più grande. Sacrificio e concentrazione, mancano venti minuti alla vittoria. Loro rispondono alla grandissima. Passa un minuto, nemmeno. Rivedo il brasile di Pelè, con quelle azioni di prima. Un giropalla veloce, azione sulla destra, la palla in mezzo, la sponda di testa di Silvia per il taglio di Erika che al volo di destro raddoppia. Ma cos'avete combinato ragazze? Un goal così nemmeno lo sognavo... Stavolta il nuovo accusa, poi si butta avanti a testa bassa, tanti tiri da fuori ribattuti, non ragionano, bene così. Poi un tiro passa, è goal, no, Aunice ci va un con la faccia, ma non ci arriva, si aiuta con la mano... Rigore! Però che voglia di non prendere goal. Il goal arriva, anche se Giulia intuisce, la partita si riapre. Allora si punta sui contropiedi. Il nuovo spinge ma male, continua a cercare improbabili tiri da fuori, non ci crea grossi problemi. E finalmente il lancio giusto, Silvia si allarga, la palla viene messa fuori. Va Chiara a battere, tutti sanno che devono fare, l'abbiamo cercato dall'inizio sto schema, e arriva alla fine. Chia in mezzo, Silvia sul primo anticipa di testa, palla sotto la traversa. Paolone mi aggiorna sul tempo: tre minuti. Nel calcio ne ho viste tante, ma due goal in tre minuti non li prendiamo. Non oggi. Non qui. Non queste splendide ragazze, che sembrano invincibili. Il nuovo è cotto, facce incredule, non si aspettavano che la macchia verde le travolgesse. Sento solo le parole di Paolone (il mio primo abbraccio sarà per lui), “ha il fischietto in bocca, sta per finire, sta per finire...” E il fischio. E il delirio. Ho vinto tanto, ma non mi stancherò mai di farlo. E ogni volta nuove emozioni. Grazie ragazze. Ora voglio abbracciarle una per una.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Thanks for writing this.