venerdì 8 giugno 2007

Golgi- Nuovo - 5- Isa


E’ passato poco meno di un mese dalla nostra prima partita, era il 9 maggio: un esordio più che positivo, per quanto riguarda il risultato, ma nulla, o quasi, a che vedere con ciò che si è visto in campo (e attorno) solo 27 giorni dopo.

Perché in quei giorni è accaduto qualcosa al gruppo, qualcosa che lo ha trasformato in una squadra vera.


La mia, di finale, è iniziata molto prima delle h. 19.00 del 5 giugno 2007…

Quello che mi interessava era acquisire la giusta mentalità, volevo sentire il senso di appartenenza e per me la preparazione è stata un lento e progressivo accostamento alla squadra, fino a sentirmi completamente parte di essa: un gruppo capace di farti sentire all’altezza anche se tu non ti sentivi tale; ma partita dopo partita il peso della maglia si sente sempre di più.

Prima sulla carta e poi sull’erba, il girone non si rivela troppo impegnativo, tanto che c’è spazio per gli esperimenti, che si riveleranno vincenti; la testa quindi è già là, alla finale…

E allora cominci a cercare di metabolizzare la tensione, e il chiodo fisso diventa il pensiero di questa benedetta finale, che è ancora lontana, ma che già fa paura…

Ci pensi e ripensi, l’idea diventa qualcosa di familiare: la paura diventa senso di responsabilità. Già, perché non è solo una partita e tu non puoi permetterti di sbagliarla, non saresti l’unica e scontare l’errore.

In allenamento vengono fuori le cose migliori: i singoli elementi sono buoni, ma quello che sorprende è l’affiatamento con cui hanno imparato a muoversi in campo. Gli schemi, provati e riprovati, cominciano a dare i loro frutti in partita, anche se, fino al giorno della finale, la squadra si è dimostrata un po’ timida ed ha riservato gli spettacoli migliori ad un pubblico esiguo durante gli allenamenti.


Si è parlato molto di quello che è mancato alle nostre ragazze per vincere il torneo nelle ultime tre edizioni, sono state formulate tante ipotesi, da persone più o meno competenti… E per quanto riguarda la mia di idea, non credo sia importante.

Quello che invece è importante è ciò che ha avuto la squadra di quest’anno: sto parlando di unità, convinzione, tenacia, fortuna e fiducia in una salda guida.

Così il senso di responsabilità diventa orgoglio, e la voglia di portare a casa il trofeo è finalmente abbastanza forte.

La finale è stata semplicemente perfetta: abbiamo rischiato, abbiamo avuto fortuna… ma soprattutto abbiamo saputo affrontare le avversarie come andava fatto, a testa alta, senza paura, consapevoli della loro forza, ma anche della nostra.

E la tensione si è sciolta in campo lasciando spazio alla concentrazione… Ciascuna al proprio posto e dove non arriva una ci arriva la squadra: per non parlare della meravigliosa panchina e del nostro pubblico che non hanno smesso un attimo di incitarci… e di quello striscione “SUPERGOLGI”, spettatore privilegiato di due capolavori.


GRAZIE A TUTTI!!!

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